XXI EDIZIONE

1 FESTIVAL, 2 LUOGHI CHE RACCONTANO
I 4 TEMI DEL NOSTRO TEMPO:
CULTURA, NATURA, SALUTE E PACE.

Ancora una volta riaccendiamo la luce sui luoghi di quel mediterraneo fondativo della storia occidentale e sui 4 temi ormai ineludibili per il nostro tempo e fortemente connessi: fare Cultura, favorire la Pace, valorizzare la Natura e proteggere la Salute.

Al PARCO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM a Borgia (Cz),  imponenti pietre millenarie in un vasto uliveto secolare che scende dolcemente al mare blu e alla bianca spiaggia ionica, celebrano l’incantevole connubio fra Natura e Cultura. Luogo raro per armonia e fascino, Scolacium condivide con molte regioni del Mediterraneo un senso di intima antica appartenenza.

“Quidove il tempo passa e rimane, ci alimentiamo di memoria”.

Ma da quest’anno emerge un bisogno etico nuovo che porta ad aggiungere al nostro cammino un ulteriore particolarissimo spazio: il PARCO INTERNAZIONALE DELLA SCULTURA E DELLA BIODIVERSITÀ MEDITERRANEA  a Catanzaro.

Un luogo che si distingue per la sua unicità a livello globale, ovvero per l’inedita e preziosa compresenza di quattro simboli dal valore fortemente contemporaneo, che rimandano alla Natura, alla Cultura, alla Salute e alla Pace.
All’interno dello stesso parco, infatti, risiedono le grandi installazioni permanenti di 13 artisti contemporanei di fama mondiale (Tony Cragg, Mimmo Paladino, Jan Fabre, Antony Gormley, Marc Quinn, Wim Delvoye, Stephan Balkenhol, Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto, Mauro Staccioli, Daniel Buren, H.H. Lim, Gianfranco Meggiato), come un museo immerso del verde. Sullo stesso parco si affacciano un Ospedale  e un Museo militare, come un unico silenzioso monito rivolto a noi tutti.

 “Quidove il tempo corre e rincorre, ci alimentiamo di futuro”.

Quindi musica, teatro, danza, nell’alveo dello spettacolo colto, arti visive e ricerca, prime, commissioni e produzioni, con una visione espressamente internazionale ed altresì in coerenza con lo storico concept artistico del festival, con una spiccata predilezione per l’intersezione dei linguaggi e per la creatività contemporanea, ma con un occhio anche al repertorio più tradizionale che resta sempre un valore ineludibile.
Abbiamo creduto che davvero la “bellezza salvasse il mondo", ma alla bellezza non interessa affatto salvare il mondo! E siamo noi a dover salvare lei, per avere l'illusione dell'eternità nel nostro umanissimo (o umanistico) anelito di infinito e nel nostro olimpico desiderio di spiritualità.
E un modo per far ciò è forse condividere la scintilla vitale della creatività: quella gioia, ora intima e poetica, ora brillante ed euforica, che l'Arte genera ogni volta.
L’Arte, in ogni tempo di durezza e incertezza, ha sostenuto la resistenza, contrastato la deriva, confortato la fiducia, acceso la speranza, inventato il futuro.
In ciò il Festival assume un ruolo “di servizio”, ai singoli e alla comunità, eticamente imprescindibile, socialmente necessario.

Per questo continueremo anche quest’anno a costruire la nostra armonia.

Chiara Giordano
ideatore e direttore artistico del Festival

cantautorato ed eventi di beneficenza

campagne, progetti

TORNA SU