“La nostra visione di futuro si prospetta su uno scenario in cui lo sviluppo sociale, economico e culturale sia fondato su un riavvicinamento alla terra”…
Chi dichiara una simile frase non può non essere tra i protagonisti di “Vale il Viaggio”, la rubrica del blog di Armonie d’Arte Festival che racconta luoghi e spazi culturali di valore, le persone della Calabria migliore, affrontando temi “di luce” che valgono l’interesse, l’attenzione…
Mettetevi comodi e ascoltate questa bella storia…
Oggi ci troviamo a San Floro, un paese in collina di 600 anime, alle porte di Catanzaro. Nei secoli passati il capoluogo calabrese era considerato la capitale della seta, a partire dal 1300, e attorno ad essa si era formato un circuito produttivo che tracciava una “via della seta calabrese”, un corridoio che congiungeva la costa tirrenica a quella ionica. Nei paesi circostanti si producevano i gelsi e la seta greggia, mentre nelle botteghe artigiane catanzaresi avveniva la tessitura.
Le famiglie contadine di San Floro allevavano milioni di bachi da seta, producendo circa 1.400 Kg di bozzoli. Ad un certo punto le cose sono cambiate, la gente ha iniziato ad occuparsi d’altro e ad andare via. Ma proprio quando il ricordo sembra custodito sotto una campana di vetro, arrivano i giovani e creano una rivoluzione che parte dal passato e si chiama “Nido di Seta”…
Miriam, Domenico e Giovanna —-> CHI SIAMO
-“Non vogliamo vivere in posti dove non si vede più il cielo”: da questa affermazione parte tutto. Miriam Pugliese, raccontaci il momento esatto di questa scelta che ti ha fatto tornare nella tua Terra Natìa e coltivare un Sogno d’Amore insieme a Domenico e Giovanna…
Purtroppo le nuove generazioni di questa terra crescono ascoltando il mantra “qua non c’è niente” e bombardati esclusivamente da cattive notizie regionali sia sui media locali che nazionali. Questo purtroppo non consente di vedere l’enorme potenzialità di questa terra, vergine sotto mille punti di vista. Tantissime volte è necessario andar via per vedere le nostre origini da un punto di vista completamente diverso, per immaginare e progettare un futuro migliore per noi e per il nostro territorio. Così è stato. Dopo aver lavorato in contesti internazionali e viaggiato per l’Europa abbiamo realizzato quanto enorme potenziale ha la Calabria, poi secondo noi dove non c’è niente c’è tutto da fare!
Siamo partiti da quello che disponeva San Floro, dalla sua vocazione naturale. Qui c’era un gelseto di 3500 piante e un museo della seta in disuso e siamo partiti da qui.
-All’inizio avete incontrato difficoltà e diffidenza?
La più grande difficoltà è la burocrazia che rende qualsiasi cosa, anche la più semplice, estremamente complessa. Per quando riguarda “l’opinione pubblica”, tre giovani che abbandonano realtà internazionali e laureati con lode si mettono ad “allevare vermi e poi dove, in Calabria”, ecco si, siamo stati presi per pazzi. Ma in questi anni le cose sono cambiate molto…
-Descrivici tutte le attività che realizzate.
Il gelseto è il cuore del nostro lavoro, le foglie servono per allevare il baco mentre il frutto viene trasformato per dar vita a confetture, tisane e liquori certificati bio.
L’allevamento del baco è la nostra attività principale da maggio a settembre, vengono allevati ciclicamente e alla fine del loro ciclo vitale ci regalano il bozzolo di seta che è la materia prima di tutti i nostri manufatti.
Dietro alla lavorazione serica ci sono diversi artigiani, abbiamo creato una filiera della seta 100% made in Calabria e di cui il 95% è femminile. Creiamo diversi tipi di filato e diversi tipi di prodotti che vengono tinti esclusivamente con pigmenti naturali e tessuti su antichi telai.
-Tanti turisti e bambini, tramite le attività scolastiche, sono venuti a trovarvi, a vivere la vostra realtà. I commenti più belli che conservate nel cuore…
L’ecoturismo è uno dei settori più fiorenti della nostra attività. Chi viene da noi ha la possibilità di vivere in prima persona il mondo della seta, dal cimentarsi nella tessitura su antichi telai alla creazione del filo di seta, all’allevamento dei bachi passeggiando nel gelseto. Tantissime le presenze fino al 2019, possiamo dire, con “umile orgoglio”, che abbiamo ospitato persone da ogni angolo del pianeta. I bambini sono entusiasti quando vengono da noi, abbiamo creato delle attività ad hoc per loro che li rendono protagonisti della gita e, inoltre, passano una giornata all’aria aperta. Non ci dimenticheremo mai di una delle prime scuole che ci fecero visita, furono così presi ed incantanti dall’esperienza che la settimana dopo, tramite l’insegnate, ricevemmo delle lettere dai bambini con disegni e dediche per noi per incentivare il nostro lavoro. Ci emozionammo molto. Le abbiamo incorniciate una per una e ancora oggi sono esposte nella nostra aula didattica.
-Come vi siete reinventati al tempo della pandemia?
Come anticipato, prima del Covid, una delle attività più fiorenti di Nido di Seta era l’ecoturismo. La pandemia ha messo in ginocchio il terzo settore e anche noi non siamo stati risparmiati, così abbiamo pensato che se le persone non possono venire da noi, possiamo andare noi da loro. Abbiamo recentemente lanciato la campagna #adottaungelso, tramite l’adozione di un albero di gelso puoi riceverne a casa i prodotti, sia quelli agroalimentari che in seta. Chiunque può adottare un gelso e può tranquillamente regalare l’adozione; ha avuto successo come idea regalo per questo Natale. Il feedback è stato positivo, oggi contiamo quasi 100 alberi adottati ma il nostro obiettivo è arrivare a 500, quindi, non vediamo l’ora di vedere i vostri nomi appesi sui nostri alberi! 😉
-Un messaggio per i giovani calabresi. Molti di loro, durante i mesi di lockdown, tornati in Calabria, si sono interrogati se restare o ripartire, riassaporando il piacere di una vita e tempi più a dimensione umana.
Se vogliamo veramente riscattare questa terra abbiamo proprio bisogno dei giovani, quei giovani andati via, che hanno avuto modo di fare molte esperienze fuori, di vivere in diverse parti del mondo, caricandosi di energie, idee e positività. La vita dell’imprenditore calabrese non è una vita facile ma qui il singolo può fare DAVVERO la differenza sul proprio territorio. Con passione e sacrificio qui si possono ottenere enormi risultati, siamo sempre più i giovani che decidono di tornare e rimanere, se decidete di farlo insieme potremo, finalmente. riscattare questa “amara terra nostra”.