Essere musicista non è una scelta ma un’esigenza, così come non si fa il pianista, ma si è pianista: non è una sottile differenza linguistica ma una dimensione spirituale e culturale abissalmente differente; in questo caso la musica, anche quando non suoni o non canti o non l’ascolti, ti segue e ti insegue, e tu trovi pace vera solo quando la vivi; così suonare nel territorio dove vivo, a cui pure ho dedicato una parte grande del mio impegno, mi riempie di gioia, e farlo accompagnata da una della più importanti orchestre del mondo diretta da una nuova giovane stella dello scenario musicale internazionale di più alto profilo, mi riempie di rinnovato entusiasmo.
D’altra parte il concerto K. 488 n.23 in la maggiore di Mozart, è una di quelle pagine, tra le più note e amate della musica di tutti i tempi, che commuove sempre, tanto chi la suona tanto chi l’ascolta. Sarà per me un privilegio che dedico a tutti gli amici del Festival, a tutto lo staff, a tutto il pubblico.