9 settembre ore 21.00

Museo Civico – TAVERNA (CZ)

BELLO TIEMPO PASSATO
IL PRIMO INTERMEZZO COMICO NAPOLETANO, 1673
Prima esecuzione moderna

CAPPELLA NEAPOLITANA
direttore Antonio Florio

Oste napoletano Pino De Vittorio
il Calabrese sciocco Giuseppe Naviglio
il Ragazzo furbo Olga Cafiero
lo Spagnolo spaccone Rosario Totaro

costumi Annalisa Giacci

Antonio Florio mette a segno un altro gran risultato nel suo lavoro di ricerca e riproposizione di piccoli e grandi tesori della scuola musicale napoletana.
L’intermezzo era inserito nel manoscritto, datato 1673, dell’opera Il Disperato innocente di un compositore pochissimo noto, Francesco Boerio. Si tratta dunque del più antico intermezzo napoletano, almeno fino ad una nuova possibile sorpresa proveniente dalla strabiliante e ricchissima  biblioteca del Conservatorio San Pietro a Majella o da altri archivi ancora in parte inesplorati.
Gli intermezzi comici hanno un posto di grande rilievo nella Storia dell’Opera, sin dal primo Settecento. In quel contesto, negli intervalli tra gli atti di un’opera seria, due personaggi comici estrapolati dalla trama della stessa opera intrattenevano il pubblico con scenette comiche. Con le compagnie itineranti, questa pratica giunse a Napoli e il genere poi si perfezionerà e diventerà autonomo nel primo ‘700 proprio in ambiente partenopeo, dove ebbe il suo apogeo artistico con La serva padrona di Pergolesi, celebrata in tutta Europa.
In Bello tiempo passato, in cui si alternano passaggi strumentali, recitativi e arie solistiche e d’insieme, la trama ripropone un canovaccio utilizzato dalle compagnie comiche del Seicento. I personaggi sono quattro maschere tipiche della Commedia dell’Arte partenopea: un Napoletano (un oste alla ricerca di clienti da abbindolare), un Calabrese (forestiero e perciò vittima predestinata), uno Spagnolo (il solito soldato fanfarone) e un Ragazzo (prototipo del monello furbo che si prende gioco dei tre). Tutti recitano e cantano nelle rispettive lingue, napoletano, calabrese e spagnolo, tranne il Ragazzo, che si esprime in italiano.
La Cappella neapolitana utilizza strumenti barocchi (il cembalo, la tiorba, il chitarrone, la chitarra spagnola il calascione, oltre a violini e violoncello). E così, con rigore e consapevolezza filologica, al pubblico sono offerti i suoni, le voci, i colori, i lazzi, insomma l’atmosfera di smodata allegria che si doveva vivere nei teatri del Seicento a Napoli. (Lorenzo Fiorito)

 CAPPELLA NEAPOLITANA
Ensemble fondato nel 1987 da Antonio Florio inizialmente col nome di Cappella della Pietà de’ Turchini, è costituito da strumentisti e cantanti specializzati nell’esecuzione del repertorio musicale napoletano di Sei e Settecento, e nella riscoperta di compositori rari. L’originalità dei programmi ed il rispetto rigoroso della prassi esecutiva barocca ne fanno una delle punte di diamante della vita musicale italiana ed europea.

L’ensemble è stato invitato ad esibirsi su palcoscenici importanti (Accademia di Santa Cecilia di Roma, Teatro di San Carlo, Palau de la Música di Barcellona, Berliner Philharmonie, Wiener Konzerthaus, Teatro Lope de Vega di Siviglia, Associazione Scarlatti di Napoli, Teatro La Monnaie) e ha preso parte ai maggiori festival di musica antica europei: Festival Monteverdi di Cremona, Festival di Versailles, Nancy, Nantes, Metz, Caen, Ambronay, Festival de Otoño di Madrid, Festival di Musica Antica di Tel Aviv, Barcellona, Potsdam, BBC Early Music Festival, Cité de la Musique di Parigi, Saison Musicale de la Fondation Royaumount, Festival Mozart di La Coruña. Ricco il cartellone delle opere portate in scena o eseguite in forma concertistica: “Il disperato innocente” di Boerio, “Dido and Æneas” e “Fairy Queen” di Purcell, “Festa napoletana”, “La Statira principessa di Persia” (per il Teatro San Carlo), quindi “Montezuma” di Ciccio De Majo, “La Partenope” di Vinci in prima moderna, “La finta giardiniera” di Anfossi, “L’Ottavia restituita” al trono di Domenico Scarlatti, “La Salustia” di Pergolesi, “Aci Galatea e Polifemo” di Handel. L’ensemble ha registrato per Radio France, per la BBC di Londra, per la Radio belga, spagnola, tedesca e austriaca e nel 1998 è stato impegnato nella realizzazione di un documentario per la televisione belga e di un film dedicato all’opera buffa per l’emittente franco-tedesca ARTE (vincitore del premio UNESCO). Particolarmente intensa è l’attività discografica, con la realizzazione di sette cd per l’etichetta Symphonia dedicati ad inediti del repertorio napoletano barocco e in più occasioni premiati dalla critica internazionale. Dopo i primi 10 titoli pubblicati dalla Casa Symphonia di Bologna dal 1991, a partire dal 1996 ha inciso per la prestigiosa etichetta Opus 111-Naive di Parigi, pubblicando 15 titoli per la collana “Tesori di Napoli”. Tra il 1996 e il 1998 ha prodotto tre opere in prima esecuzione filologica moderna per la stagione del Teatro Petruzzelli di Bari: “Stellidaura vendicata” (Provenzale), “La finta cameriera” (Latilla) e “Zite ’n galera” (Vinci), producendo nello stesso decennio altre opere di Provenzale per il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro San Carlo di Napoli (“Colomba ferita” e “Schiavo di sua moglie”). Tra i numerosi riconoscimenti si segnalano il Premio 1996 del quotidiano francese Le Monde, il premio Vivaldi della Fondazione Cini di Venezia, il premio Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali, il “Diapason d’Or” per “Li Zite’n Galera” (1999) e per “Il Pulcinella vendicato” (2002), e “Le Cantate Spagnole” di Vinci (2006); il Premio “Charles Cros” dell’Accademie du Disque (1999), il “Timbre de Platine” per “La Statira” di Francesco Cavalli. Dal 2005, hanno registrato per la casa discografica francese Eloquentia,lo “Stabat Mater” di Pergolesi, la “Missa Defunctorum” di Provenzale e le “Cantate napoletane del ‘700”. Alla Cité de la Musique di Parigi l’ensemble si è esibito nella doppia esecuzione de “La Partenope” di Handel e di Vinci; sempre in Francia ha eseguito “La Finta giardiniera” di Pasquale Anfossi, in collaborazione con la Fondation Royaumont, ed è stato fra i protagonisti della Settimana di musica napoletana organizzata dal Ministero della Cultura spagnolo. Quindi si sono esibiti a Pisa, nell’ambito del Festival Anima Mundi, ed ancora in Cina, in Giappone e in Portogallo. Ricordiamo inoltre la messa in scena dell’ “Ottavia restituita” al trono di Domenico Scarlatti che è valsa ad Antonio Florio il prestigioso “Premio Oviedo per la Miglior Direzione Musicale” – l’esecuzione de “La Passione” di Antonio Caldara al Festival de la Chaise Dieu in Francia e al Festival di Ravello, e la tournée negli Stati Uniti nel corso della quale l’orchestra si è esibita a New York e a Washington. L’Ensemble ha inoltre inaugurato la stagione di concerti 2007/2008 di Radio Tre tenuti nella Cappella Paolina nel Palazzo del Quirinale in Roma con il concerto “Angeli e Demoni”. Il 2008 li ha visti coinvolti nella messa in scena delle opere “L’Alidoro” di Leo presso il Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia e il Teatro Mercadante di Napoli da cui è tratta la registrazione di un dvd che si è aggiudicato il prestigioso riconoscimento del “Diapason d’Or” oltre “L’Orphèe d’or” dell’Accademie du Disque Lyrique de Paris, e “La Salustia” di Giovan Battista Pergolesi coprodotta dal Festival de Radio France di Montpellier e dalla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi. Hanno partecipato inoltre, al Festival “MITO” presentando in versione concertistica l’opera “Aci, Galatea e Polifemo” di Handel nel Teatro dell’Arte di Milano, ripresa poi in versione scenica, con la regia di Davide Livermore. L’Orchestra, è stata insignita nel 2008 del “Premio Napoli”, per la sezione speciale “Eccellenze Nascoste” della città e nel corso del 2009 è stata impegnata nell’allestimento della Partenope di Vinci in coproduzione con il teatro di León in Spagna e in una lunga tournée in Italia con lo “Stabat Mater” di Pergolesi. Nel gennaio 2010 l’ensemble ha eseguito, in prima edizione moderna, “Orfeo e Euridice” di Fux alla Konzerthaus di Vienna. Nel corso del 2012 si sono esibiti alla Konzerthaus di Vienna, al Teatro Calderón di Valladolid con “L’Incoronazione di Poppea” di Monterverdi in un allestimento di Emilio Sagi, alla Laeiszhalle di Amburgo, alla Philhamonie di Colonia e all’ auditorium di Cuenca per la Semana de musica religiosa. Nell’aprile del 2013 sono stati impegnati in una tournee con Giovanni Sollima per importanti istituzioni concertistiche italiane e con altri programmi, hanno suonato per l’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, L’Auditorio Nacional di Madrid, L’Opera di Losanna. Nel corso del 2014 si sono esibiti per Festival “Terra Sem Sombras” in Portogallo, a San Pietroburgo per il Festival of Early Music e all’inizio del 2015 a Chicago per il Museum of Fine Arts e l’Istituto Italiano di Cultura. Con l’etichetta discografica Glossa hanno inciso 10 cd a partire da “L’Adoratione de’ Maggi” di Cristofaro Caresana (premio discografico “Christmas Choice” BBC review), “Tenebrae – musica per la Settimana Santa a Napoli”, uscito ad aprile 2011, “Neapolitan cello concertos” con Giovanni Sollima come solista ed autore di uno dei brani scritto su commissione dell’ensemble, “Il Tesoro di San Gennaro. Sacred Music in Early 18th Century in Naples”, “I viaggi di Faustina” con il soprano Roberta Invernizzi (recording of the month per BBC magazine), “La Santissima Trinità”, oratorio di Gaetano Veneziano, “Domenico Gizzi, a star castrato in baroque Roma” con Roberta Invernizzi. Più recenti il disco uscito nel 2016, sempre per l’etichetta Glossa, dedicato alla “Passione di Gaetano Veneziano” con la partecipazione del Ghislieri Choir e i solisti vocali Raffaele Pe, Luca Cervoni, Marco Bussi, che è il primo con il nuovo nome di Cappella Neapolitana, e la più recente riscoperta di un nuovo protagonista del Seicento napoletano del tutto sconosciuto: Donato Ricchezza.

Nel 2018, dopo l’ “Orfeo” di Monteverdi al Teatro Regio di Torino e i concerti al Concertgebouw di Amsterdam e a Gand, e la prima moderna del “Siroe re di Persia” di Leonardo Vinci al Teatro San Carlo di Napoli, è stata avviata una nuova esplorazione della musica sacra meno nota del Seicento napoletano, destinata a procurare nuove entusiasmanti sorprese, con il repertorio di Antonio Nola e dei suoi contemporanei. L’organico dell’Orchestra Cappella Neapolitana varia a seconda del repertorio affrontato, anche se molti elementi sono presenti fin dalla fondazione nel 1987. Dal 2016 l’Orchestra è ospitata in residenza presso la Domus Ars di Napoli, ed agisce come centro di ricerche e produzione nel campo dell’antica musica dell’Italia meridionale. Presidente onorario della nuova orchestra Cappella Neapolitana è il critico musicale di fama europea Juán Angel Vela del Campo. Consulente per le ricerche musicologiche, fin dalla creazione, è il musicologo italiano Dinko Fabris.

ANTONIO FLORIO
nato a Bari, ha ricevuto una formazione classica, diplomandosi in violoncello, pianoforte e composizione al Conservatorio di Bari, sotto la guida di Nino Rota. Ha in seguito approfondito lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca, studiando clavicembalo e viola da gamba. Dopo aver iniziato molto giovane ad insegnare in Conservatorio, nel 1987 ha dato vita al complesso di musica antica “Cappella della Pietà dei Turchini” con cui ha fortemente innovato “dal sud” la concezione della prassi esecutiva di un repertorio straordinario, quello della musica napoletana dei secoli XVII e XVIII, recuperando con una duplice azione di ricerca musicologica – da sempre condotta con il musicologo di fama internazionale Dinko Fabris – e di esecuzione capolavori del tutto sconosciuti, che sono stati riproposti nelle più prestigiose sale e rassegne del mondo ed incisi in oltre 50 cd. Tra i tanti titoli di melodrammi riscoperti da Florio a partire dal 1987 citiamo “La colomba ferita” (1670), “Il schiavo di sua moglie”(1671) e “La Stellidaura vendicante” (1674) del maggior maestro napoletano del Seicento, Francesco Provenzale; “Il disperato innocente” di Francesco Boerio (1673);“La finta cameriera” di Gaetano Latilla (1673); “Li Zite’n Galera” di Leonardo Vinci (1722); “Il Pulcinella vendicato” di Giovanni Paisiello (1767); “La Statira” di Francesco Cavalli (nell’edizione per Napoli del 1666); “Motezuma” di Francesco De Majo (1765),”Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti (1703), “La finta giardiniera” di Pasquale Anfossi (proposta insieme all’omonimo titolo mozartiano presso la Fondation Royaumont), “La Partenope” di Leonardo Vinci (prima esecuzione moderna scenica nei teatri spagnoli di Ponferrada e León nel 2005), “L’Alidoro” di Leonardo Leo (Teatro Valli di Reggio Emilia e al Mercadante di Napoli nel 2008): tutte opere incise in video o in cd. Nel 1999 e nel 2000 ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Santiago de Compostela, presentando “La serva padrona” e lo“Stabat Mater” di Giovan Battista Pergolesi. Nella stagione lirica 2018 del Teatro San Carlo Florio dirige la prima esecuzione moderna del “Siroe re di Persia” di Leonardo Vinci. Ancora più numerose sono state le esecuzioni di repertorio sacro e strumentale della musica napoletana dal 1400 al 1800, compreso un programma commissionato al violoncellista Giovanni Sollima con un suo brano appositamente composto per il gruppo di Florio e inciso in cd. Il programma concertistico più fortunato, che continua a girare per il mondo da decenni, è intitolato “Festa napoletana”, con la voce solista dello straordinario cantante-attore Pino De Vittorio, con cui Florio collabora ininterrottamente da oltre trent’anni. Non meno impegnativa è la sua attività didattica: ha tenuto seminari e masterclass sulla vocalità barocca e sulla musica da camera, tra le tante istituzioni europee, per il Centre de Musique Baroque di Versailles, per la Fondation Royaumont e per il Conservatorio di Toulouse. Come titolare della cattedra di musica da camera al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli, ha creato un corso avanzato di vocalità e interpretazione del repertorio barocco, soprattutto fondando un Master di II livello universitario in Musica antica unico in Italia. E’ co-direttore artistico dello “Scarlatti LAB”, laboratorio per la musica barocca a cura dell’Associazione Scarlatti di Napoli. Numerosi sono stati i riconoscimenti ottenuti durante la sua carriera. Nel 2004 nell’ambito del Festival di musica antica del Mediterraneo Mousiké di Bari, Antonio Florio ha ricevuto il primo “Premio per la diffusione della Musica Mediterranea”. La registrazione dvd dell’opera “Alidoro” ha ottenuto il prestigioso“Diapason d’Or” e “Orphèe d’or-Paris-accademie du disque lyrique”. Insieme a quest’ultimo, ad Oviedo in Spagna, gli è stato attribuito il premio “Luis Gracia Iberni” – corrispondente all’italiano premio Abbiati – per la “miglior direzione musicale” in occasione della prima esecuzione in tempi moderni dell’opera “Ottavia restituita al trono” di Domenico Scarlatti, presentata a San Sebastian nell’agosto del 2007. Nell’ottobre 2008, insieme con i Turchini, si è aggiudicato inoltre il “Premio Napoli”, nella sezione “Eccellenze Nascoste” della città. Ha partecipato al Festival “MITO” presentando in versione concertistica l’opera “Aci, Galatea e Polifemo” di Haendel nel Teatro dell’Arte di Milano, poi nel giugno 2009 in versione scenica, con la regia di Davide Livermore, al Teatro Regio di Torino (l’edizione in dvd Dynamic ha ottenuto altri riconoscimenti). Sempre nel 2009, ha presentato “La Partenope” di Vinci in coproduzione con il Teatro S.Carlo di Napoli e vari teatri spagnoli ha ottenuto il Premio Oviedo per la miglior produzione teatrale. Nel 2010, ha diretto “Orfeo e Euridice” di Fux alla Konzerthaus di Vienna, e in più occasioni l’orchestra barocca “Casa da Musica” di Oporto e l’Orchestra di Galicia-La Coruna.“ Nel 2012 ha diretto alla Konzerthaus di Vienna “Dorimena e Tuberone” di Francesco Conti e “Incoronazione di Poppea” di Monteverdi al teatro Calderon di Valladolid con la regia di E.Sagi. Al Ravello Festival dell’agosto 2016 ha eseguito nel fascino della notte il “Fairy Queen” di Henry Purcell basato sul “Sogno di una notte di mezza estate” di Shakespeare. Dopo aver cambiato il nome del suo gruppo storico in “Cappella Neapolitana”, dal 2016 Florio ha creato un nuovo centro di musica antica nel cuore di Napoli, presso la Domus Ars con cui è giunto nel 2018 alla terza edizione della rassegna “Sicut Sagittae”.

Nel 2018 la sua direzione dell’”Orfeo” di Monteverdi al Teatro Regio di Torino è stata definita dalla critica “impresa di valore culturale altissimo”. Nello stesso anno la consacrazione internazionale della sua costante opera di riscoperta dei tesori di Napoli è giunta con acclamati concerti al Concertgebouw di Amsterdam e a Gand, la prima moderna del “Siroe re di Persia” di Vinci al Teatro San Carlo di Napoli e, nel 2019, la direzione artistica della 19ma edizione del prestigioso Festival “Misteria Paschalia” di Cracovia. Le vicende artistiche di Antonio Florio e del suo complesso si fondono per cui si rimanda alla storia della Cappella Neapolitana per le incisioni discografiche e video da lui dirette.

Armonie d’Arte Festival – Nuove Rotte mediterranee
Connessione dello spettacolo alla declinazione 2022 del macro tema del Festival (nuove rotte mediterranee): TRANSITI
Non vi è dubbio che per lo sviluppo armonico e organico del flusso artistico e culturale lungo le rotte del tempo, oltre che lungo quelle geografiche e territoriali, è importante garantirne la memoria e nel contempo la rivitalizzazione.
In questo caso è mirabile l’esito, e avvertiamo tutto il tepore di una garanzia importante, quella di saper trovare e restituire, con pertinenza, abilità, creatività, e la leggerezza di una bellezza, e un’umanità,  antica e irresistibile.

 il direttore artistico – Chiara Giordano 

 

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