UN FESTIVAL ARTISTICO INTERNAZIONALE, UN PROGETTO DI SVILUPPO ARMONICO SOSTENIBILE E UN EPICENTRO DI COINTERESSENZE MEDITERRANEE; LUOGHI DELLA STORIA CHE RACCONTANO "APPRODI" LUNGO LE ROTTE DEL MARE NOSTRUM, E 4 TEMI DEL NOSTRO TEMPO: CULTURA, NATURA, SALUTE E PACE. UN FESTIVAL ESPANSO CHE GUARDA ALLE RADICI ED UGUALMENTE AL TEMPO CONTEMPORANEO E ALLO SCENARIO GLOBALE.
Un festival che cerca rinnovato umanesimo; musica, teatro, danza, storia, mito, natura, innovazione e creatività contemporanea si intersecano nel segno della cultura dell’armonia, come valore etico ed estetico, individuale e collettivo.
Ed è armonia delle arti, tra le arti e attraverso le arti, è la forza del dialogo culturale che include e rigenera, innova e rinnova, della narrazione, della bellezza, dell’arte, valori fondamentali e ineludibili per ogni processo, appunto armonico, di sviluppo.
Cerchiamo profondità e altezze, radici e internazionalità, radicalità e inclusione, il piccolo e il grande, non ossimori ma complici, con la stessa attenzione, dedizione, gioia. E con la gratitudine per chi lavora a tutto questo in qualunque modo, e soprattutto per chi ci segue, per chi ci sostiene, per chi arriva da noi e con noi condivide piccoli pezzi di cammino o lunghi viaggi.
Come da sempre cerchiamo, troviamo, costruiamo, proponiamo quello che forse, diversamente, in Calabria potrebbe non arrivare, o che questa terra potrebbe non veder nascere e che, soprattutto, forse non potrebbe offrire alla sua gente e a suoi ospiti del resto del mondo.
Accogliamo lavori artistici prodotti da altri, ma anche ne produciamo alcuni; ci saranno artisti ed intellettuali del più alto profilo, con storie blasonatissime, ma anche le nuove generazioni; ci sono prime ed esclusive, attività dedicate e progetti speciali, con rinnovata attenzione a parlare a tutti e a ciascuno nel contempo, con l’ambizione buona di contribuire almeno un po’ non solo al benessere del momento, ma ad una dimensione positiva più duratura, ad una consapevolezza identitaria del grande patrimonio italiano, e del valore salvifico dell’arte e della cultura.
Lo facciamo naturalmente con l’umiltà di un lavoro costante, resiliente, oltre l’ostacolo. In un tempo complesso, difficile, a volte kafkiano, più spesso chiaro e per questo più duro.
Ma ancora una volta, come ogni estate da 23 anni, riaccendiamo la luce; e lo facciamo su luoghi potenti, evocativi, catturanti, di grande significanza e possibili incantamenti.
Perché questa è la vocazione di Armonie d’Arte.
Il nostro luogo del cuore, quello che il marketing chiama “marcatore identitario” è uno spazio memorabile per l’energia senza tempo che trasuda tra pietre millenarie e ulivi secolari: il Parco archeologico nazionale di Scolacium (Borgia – CZ , Calabria ) che scende dolcemente al mare blu e alla bianca spiaggia ionica, celebrando l’incantevole connubio fra Natura e Cultura. Luogo raro per armonia e fascino, Scolacium condivide con molte regioni del Mediterraneo un senso di intima antica appartenenza. E qui resta il nucleo pulsante del Festival anche per quest’anno, con l’orgoglio della consolidata reciprocità in termini - questa volta tornando al marketing - di brandizzazione.
Ma per il Festival abbiamo avviato una storia “espansa”.
Due traiettorie geografiche e temporali, che poi corrispondono a due momenti importanti della storia del meridione italiano, e che si snodano proprio da Scolacium: quella antica, magno greca e romana, lungo i presidi archeologici della costa ionica ( l’antica Sibarys da quest’anno, e via via poi nei prossimi anni Kroton, Locri epizeferi, ecc ), e quella normanna delle terre di Ruggero d’Altavilla che consentì magnifici presidi e luoghi di culto ( La Certosa di Serra San Bruno, la Grangia di Montauro, il Complesso monumentale di Catanzaro, l’ Abazia benedettina di Sant’Eufemia Lamezia Terme, e così via…) ancora oggi densi di immaginario, di racconti, di valorialità ancora attuale.
E se questi luoghi sono quelli “dove il tempo che si ferma e rimane” , il Festival sarà anche - con una sezione dedicata ai ragazzi - al Parco Internazionale della Scultura e della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro, “dove il tempo corre e rincorre” . E’ infatti un luogo unico a livello globale, per l’inedita e preziosa compresenza di un vasto polmone verde nel cuore della città, e di grandi installazioni permanenti di 13 artisti dei più grandi artisti contemporanei (Tony Cragg, Mimmo Paladino, Jan Fabre, Antony Gormley, Marc Quinn, Wim Delvoye, Stephan Balkenhol, Dennis Oppenheim, Michelangelo Pistoletto, Mauro Staccioli, Daniel Buren, H.H. Lim, Gianfranco Meggiato), e nel contempo sullo stesso si affacciano un Ospedale civile e un Museo militare, come un unico silenzioso monito rivolto a noi tutti.
E al Parco catanzarese, in uno spirito di improcastinabile attenzione per la natura e per l’ambiente, farà eco l’Orto botanico di Soverato, una terrazza sul golfo già suggestiva, e che contiamo potrà diventare un altro di quei luoghi dove lo stare diventa essere felici.
Da quest’anno inoltre, come 2 facce della stessa medaglia, se da una parte il Festival rimane lo spazio delle performance artistiche spettacolistiche, dall’altra sarà agorà di cointeressenze mediterranee, di natura culturale, certo, ma anche istituzionale ed economica, fatta di incontri, confronti, azioni condivise.
Così il nostro macro tema, “nuove rotte mediterranee”, quelle che nel tempo antico sono già state foriere di transiti, approdi e permanenze feconde, costruendo il sistema valoriale fondativo e fondamentale ancora oggi della civiltà occidentale, diventa una mission, per la possibilità di un futuro realmente sostenibile, per tutti.
E dal macro tema, quindi, sono discese alcune declinazioni annuali, scenari di sfondo o discreti e lievi contrappunti alla programmazione, che triennalmente alterniamo: transiti, approdi, permanenze.
Per il 2023: APPRODI
Che sono lo spazio della direzione giusta, della scoperta, delle nuove opportunità, dove le specificità e le diversità, materiali e immateriali, di temi e di pratiche, o di luoghi e di genti, agiscono per creare connessioni proattive, creative, innovative. E dove poi si vivono mondi impensati, oppure, per altro verso, dove l’accoglienza è il senso, reciproco, di stare al mondo, nell’unica possibilità: insieme nel rispetto, insieme nel sogno, insieme nel gesto, insieme nelle leggi, insieme nella storia. Sullo sfondo le antiche e nuove rotte mediterranee, appunto, come comun denominatore identitario.
Abbiamo creduto che davvero la “bellezza salvasse il mondo", ma alla bellezza non interessa affatto salvare il mondo! Siamo noi, semmai, a doverla preservare, per alimentare l’illusione di eternità nel nostro umanissimo (o umanistico) anelito di infinito o nel nostro fideistico desiderio di spiritualità.
E un modo per far ciò è forse condividere la scintilla vitale della creatività: quella gioia, ora intima e poetica, ora brillante ed euforica, che l'Arte genera ogni volta.
L’Arte, d’altronde, in ogni tempo di durezza e incertezza, ha sostenuto la resistenza, contrastato la deriva, confortato la fiducia, acceso la speranza, inventato il domani.
In ciò i Festival artistici assumono un ruolo “di servizio”, ai singoli e alla comunità, eticamente imprescindibile, socialmente necessario.
Per questo continueremo a costruire armonia.
Chiara Giordano
ideatore e direttore artistico del Festival
Un doveroso sentito ringraziamento.
In particolare a chi, ad ogni titolo - dopo gli ultimi anni di serie difficoltà, è non solo pandemiche in cui comunque il Festival nonostante tuttonon si è fermato - ha compreso e partecipato a consentire questa necessaria resilienza, la ricostruzione e oggi il rilancio. Oggi la Fondazione Armonie d’Arte sta lavorando a chiudere una pagina complessa del recente passato, e poter così girare definitivamente l’angolo guardando avanti con nuova fiducia, con vecchi e nuovi partner, pubblici e privati. Crediamo che anche attraverso la sostanziale ristrutturazione in corso della Fondazione, con un rafforzata governance, più intensa attività di networking, maggiore attenzione alle nuove dinamiche socio economiche del mercato di settore e di quello generale, anche istituzionale, in un quadro locale ma anche nazionale ed internazionale, con sarà possibile alimentare una solida sostenibilità, consentendo di mantenere anche la qualità culturale alta, fatta di valore artistico, di visione strategica, di approccio etico, di cooperazione, inclusione, innovazione tecnologia, valorizzazione del Patrimonio materiale e immateriale, partecipazione al dibattito e alle opportunità globali.