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Innovazione e ricerca scientifica d’eccellenza con l’Università della Calabria

DOMENICO SACCA'

Chiara Giordano (Fondazione Armonie d’Arte) conversa con Domenico Saccà (Unical)

Oggi, per “Vale il Viaggio” – la rubrica del nostro Blog che ci permette di conoscere le persone della Calabria migliore, su temi “di luce” che valgono l’interesse, l’attenzione, il racconto – vi proponiamo un tema assolutamente all’ordine del giorno nello scenario globale e che davvero fa onore alla Calabria : innovazione e ricerca scientifica d’eccellenza con l’Università della Calabria!

Uno sguardo dentro questa realtà che rappresenta un esempio di successo, non solo per le competenze altissime, ma anche di opportunità sul territorio.

Ne parliamo con il Professore Domenico Saccà, professore ordinario e pro Rettore dell’Unical, un curriculum autorevolessimo di incarichi, collaborazioni, pubblicazioni, in prestigiosi contesti nazionali ed internazionali, e protagonista della formazione e ricerca informatica calabrese.

(Scopri QUI di più su Domenico Saccà: https://www.cc-ict-sud.it/prof-domenico-sacca-presidente-di-ict-sud/)

Le sfide culturali, scientifiche, e non di meno quelle socio-politiche, hanno oggi un profilo globale e i processi di sviluppo non possono che essere costruiti nello scenario internazionale, inteso proprio come la capacità di relazionarsi in un ambito extra locale ed extra nazionale. Certamente, l’Università, e le realtà ad essa in qualche modo connesse o da essa generate, in particolare per quanto riferito a temi e prodotti legati all’innovazione, giocano un ruolo fondamentale e dirimente.

L’Università di Cosenza, questo ruolo, da qualche anno lo ha assunto in pieno, da protagonista e con risultati galvanizzanti ed efficaci per la complessiva partita.

Con lo spirito luminoso che desideriamo connotare queste conversazioni del Blog di Armonie d’Arte Festival, crediamo utile e bello sentire dalla sua voce, quella di chi in ciò ha evidentemente assai creduto, e con autorevole competenza in tal direzione ha operato, una riflessione in merito, un aggiornamento su quanto è stato fatto e quanto si prevede per il futuro; insomma uno stato dell’arte, i successi, le collaborazioni, i progetti.

L’Università della Calabria (Unical) è la più grande Università calabrese, con oltre 25.000 studenti iscritti, circa 650 unità di personale tecnico-amministrativo e circa 800 docenti che coprono tutto lo spettro delle aree CUN organizzati in 14 Dipartimenti.

E si distingue, da numerosi anni, nel panorama nazionale e internazionale per le proprie ricerche nell’ambito della Computer Science (informatica e Ingegneria informatica), che posizionano l’Ateneo in livelli di tutto riguardo nei ranking internazionali; ad esempio, figura tra i primi 200 posti al mondo nella categoria Computer Science del ranking ARWU 2020 (Academic Ranking of World Universities).

Le attività di Informatica coinvolgono primariamente il Dipartimento di Matematica e Informatica (DeMaCS) e il Dipartimento di Ingegneria Informatica, Modellistica, Elettronica e Sistemistica (DIMES), i cui ricercatori hanno notevole esperienza nell’aree dei Big Data, Intelligenza Artificiale e Cyber Security.

In effetti l’Unical ha avuto fin dalla sua fondazione anche una forte propensione a collaborare con le imprese locali e nazionali, contribuendo fortemente al radicamento e alla crescita di molte imprese di informatica; la testimonianza di ciò è l’elevato numero di progetti svolti in collaborazione con le aziende che ha permesso a quest’ultime di poter incrementare le proprie competenze e assumere un considerevole numero di laureati dell’Unical con elevata qualificazione e all’Unical di poter investire in attività di ricerca, finanziando un significativo numero di borse e assegni di ricerca e consentendo a tanti giovani di poter entrare nel mondo della ricerca. L’Unical, d’altra parte, è uno dei promotori del consorzio ICT-SUD, al quale aderiscono circa 40 aziende calabresi operanti nel settore dell’ICT e del distretto Cyber Security, creato in collaborazione con Poste Italiane e NTT-Data. Quindi si può certamente affermare che la collaborazione con le aziende al fine di favorire lo sviluppo socio-economico del territorio è parte integrante del DNA dell’Unical. Il che, evidentemente, è un fattore fondamentale per considerare l’Università come completo e formidabile strumento di sviluppo.

-Dunque, davvero siamo davanti a quell’eccellenza (parola purtroppo spesso abusata e ormai anche piuttosto retorica) che senza troppi clamori opera per “cambiare il mondo”, e in meglio; ci parli un po’ dei tanti giovani che non solo trovano così opportunità lavorative, ma anche realizzano dimensione umana positiva, costruttiva, al fine, potremmo dire, felice.

Il termine “eccellenza” ha qualche connotazione retorica ma cerca di misurare la qualità di ricerca attraverso il confronto dei risultati conseguiti dalle varie università e centri di ricerca a livello nazionale. Ad esempio il fatto che il DIMES sia attualmente incluso dal MIUR tra i dipartimenti di Eccellenza deriva da una attenta valutazione di indici qualitativi e quantitativi “oggettivi”. Inoltre, nella graduatoria Guide2Research per il settore Computer Science, l’Unical compare al sesto posto a livello italiano e prima delle università meridionali e al 203^ posto a livello mondiale. L’eccellenza dei ricercatori dell’Unical nel settore è stata descritta il 3 dicembre scorso in un giornale regionale (Gazzetta del Sud) con il titolo “L’Unical degli scienziati, ventisette docenti nella hit mondiale” e tra questi sono inclusi vari docenti di Computer Science.

-Ci dia una sua personale visione del concetto, del processo e del ruolo dell’informatica oggi.

E come potremmo spiegarla a chi non ne è un esperto, e magari ne è solo un consumatore generico e standard come la mggior parte di noi?

Io ho cominciato a lavorare in informatica a metà degli anni settanta (non sono giovanissimo!) perché attratto dal suo fascino dell’innovazione. Dopo quasi 40 anni non ha perso ancora questo fascino e, soprattutto, la sua spinta all’innovazione. La pandemia ha creato una domanda di strumenti di smart working, che altro non sono che strumenti di informatica a sostegno dell’innovazione digitale.

No, non è necessario diventare esperti di informatica. Viceversa l’informatica deve diventare sempre più esperta dei domini applicativi ed entrare nella vita di tutti i mestieri agevolmente, senza barriere tecnologiche.

-Tre parole che connotano e valorizzano la ricerca tecnologica in generale.

Curiosità e Apertura all’Innovazione.

-Un pensiero, un’espressione, una parola, per motivare oggi i giovani ad avvicinarsi a questo settore.

Il mio invito ai giovani è “siate appassionati nello studio e ansiosi di conseguire una professionalità che valorizzi le vostre capacità e non soltanto un titolo di studio”. E aggiungerei anche quello Steve Jobs della Apple disse ai neo-laureati di Stanford: “Siate affamati, siate folli!“

-E infine: ma cos’è la ricerca per Domenico Saccà ? E così la ricerca oggi?

Ormai non posso mentire sulla mia età: sono un vecchio ricercatore, il decano dell’Unical, ma ancora la ricerca mi affascina e mi fa sentire ancora giovane. A proposito, tra le persone citate in quell’articolo del giornale locale c’era anche il mio nome.

Dal 1987 sono professore ordinario di Ingegneria Informatica e prima ho lavorato come ricercatore nel privato. Sono stato a lungo consulente scientifico del centro di ricerca MCC (Austin, USA), “visiting scientist” per un anno presso il Laboratorio di Ricerca di San Jose (California) dell’IBM e per periodi più brevi presso l’Università di California a Los Angeles e l’ICSI dell’Università di California a Berkeley.

Concludo dicendo “Confesso che ho vissuto.” La ricerca, intendo, e intensamente. Per carità, niente a che vedere con l’intensità della vita di Pablo Neruda: è solo una citazione in omaggio a un grande ricercatore, lui sì veramente eccezionale nel cercare nuove forme di poesia.

 

 

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