Parco Archeologico Scolacium

Il Parco costituisce uno dei siti archeologici più importanti e suggestivi del meridione italiano.

E' il cuore del Mediterraneo, della storia antica, della Magna Graecia !

Ma anche terra di bizantini e di normanni conquistatori del meridione europeo !

E soprattutto la terra da cui Ulisse ripartì per Itaca!

Infatti era la “via Istma”, la strada che lungo due fiumi, il Corace e l’Amato, copriva i pochi chilometri che separano lo Jonio al Tirreno e di essa «Prima fra le città dei Bruzi, si crede fondata da Ulisse» scriveva intono al 555 d.C. il suo cittadino più illustre, Cassiodoro. Perché tra i miti di fondazione della città c’è anche quello che riporta all’eroe della guerra di Troia, ripreso ai giorni nostri dallo storico tedesco Armin Wolf. In questo lembo di terra, infatti, si pensa vivessero i Feaci di re Alcinoo e della principessa Nausica che accolse il naufrago Ulisse nel suo peregrinare verso la patria.

Forse mitologia, forse testimonianze di rotte feconde di popoli lontani nel tempo ma vicinissimi per codici antropologici e persino etici.

Nel territorio del Comune di Borgia, a 20 minuti da Lamezia Terme – principale snodo ferroviario / aeroportuale e autostradale della Calabria, in località Roccelletta poco più a sud di Catanzaro Lido, disposta sulla strada statale 384, si estende l’area del Parco archeologico di Scolacium, costituito nel 1982 da parte del Ministero per i Beni Culturali.

Comprende una vasta area che si estende lungo 35 ettari, all’ombra di un rigoglioso uliveto secolare, ed ha il privilegio di far parte di quel nucleo fondamentale e fascinoso della storia antica noto come un Magna Grecia.

Il parco si sviluppa su una lieve collina che digrada verso il mare, a 200 mt in linea d’aria, con spiagge bianche e fondali verde blu, e un memorabile affaccio sul golfo di Squillace.

I ritrovamenti archeologici ne definiscono appunto l'identità con l'antica colonia greca di Skylletion, di cui però nulla rimane, cui successe la romana Minerva Scolacium e poi l’insediamento medioevale nomanno. E secondo numerosi altri studi, ci sarebbero molti altri indizi che farebbero pensare all’esistenza del borgo, ancor prima dell’arrivo dei greci.

Una città dedicata alla dea Atena prima, Minerva poi, e singolarissima casualità è oggi la presenza di centinaia di cornacchie che ricordano il mito di Athena e di questo uccello nero che in realtà era la principessa Cheronea e a cui poi la dea preferì la civetta. La cornacchia nel passato non esprimeva affatto un immaginario negativo, anzi il contrario; nella tradizione medioevale la cornacchia era addirittura animale protetto da Dio. Ed oggi, ricordando il mito e questa straordinaria coincidenza a Scolacium, sembra quasi che nuove leggende possa alimentare: le cornacchie sono qui forse a ricordare nella notte dei millenni antiche intramontabili vicende ?

Il percorso di visita inizia con l’imponente la chiesa abbaziale edificata dai Normanni tra l'XI e il XII secolo e probabilmente mai portata a compimento, forse utilizzata come struttura di difesa, chiamata appunto Roccelletta. Una costruzione che non finisce mai di lasciare senza fiato i visitatori per l’armonica compostezza delle forme e dei colori, mattoni rossi in stili architettonici diversi, romanico, bizantino, arabo, su edificazioni precedenti; vuota all’interno, con un’unica e grande navata che vede alla sommità l’abside in tre parti e raggiungibile mediante ampie gradinate che accolgono l’ospite più presente in questo parco, la cornacchia. Un uccello che, lungi da essere il portatore di negatività che talora le viene assegnata, ci ricorda invece il relativo mito di Minerva ( peraltro, curiosissima circostanza, nome e protettrice di Scolacium e ancor prima, come Athena, di Skylletion) e la tradizione medioevale per la quale la cornacchia è animale protetto da Dio.

Lungo il percorso, di Scolacium, troviamo poi il foro, il teatro, l’anfiteatro, la necropoli, ed anche il Museo Archeologico, allestito in un edificio a due piani appartenente al complesso signorile dei baroni Mazza, proprietari del fondo espropriato dallo Stato per la costituzione del parco, dove sono esposti consistenti materiali provenienti dagli scavi e afferenti ad un arco temporale che va dal VI sec. a.c. al VI sec d.c.

Il Parco ospita altresì un interessante museo di archeologia industriale: il Frantoio (all’interno, tra l’altro, il primo frantoio elettrico della Calabria).

Nota tecnico-storica

Minervia Scolacium è il nome della colonia romana che fu fondata nel 123-122 a.C. nel sito dove precedentemente si trovava la città greca di Skylletion, a nord di Caulonia.

Il centro greco è nominato da Strabone ed ha un mito di fondazione collegato appunto alle vicende della guerra di Troia ma storicamente la fondazione di Skylletion si deve con ogni probabilità a Crotone, che si contendeva con Locri Epizefiri il controllo sull'attuale istmo di Catanzaro e dei traffici marittimi presenti in quel settore; il centro ebbe all'origine specificamente il carattere di presidio militare, presente dalla prima metà del VI secolo a.C.

Sembra sia passata sotto il controllo dell'ethnos italico dei Brettii nel corso del IV secolo a.C. e che abbia conosciuto un periodo di decadenza dal III secolo a.C., fino alla fondazione della colonia romana ad opera di Gaio Sempronio Gracco.

La Scolacium romana ebbe vita prospera nei secoli seguenti e conobbe una fase di notevole sviluppo economico, urbanistico e architettonico in età Giulio-Claudia. Vi fu fondata una nuova colonia sotto Nerva, nel 96-98, col nome appunto di Colonia Minerva Nervia Augusta Scolacium.

In età bizantina diede i natali a Cassiodoro (487-583), uno dei più grandi autori della tarda romanità a cui si deve una messe di opere di carattere teologico ed enciclopedico. Il declino cominciò con la guerra greco-gotica del VI secolo e le incursioni dei Saraceni dal 902 d.C., concludendosi con l'abbandono della città nell'VIII secolo. Gli abitanti, ripetendo una pratica comune in quell'epoca sul suolo italico, trasferirono il loro insediamento sulle alture circostanti, fondando altri insediamenti tra i quali quello sulla collina prospiciente l'attuale quartiere Santa Maria di Catanzaro. Successivamente questi centri provvisori furono riorganizzati in posizioni più difendibili e le popolazioni insediate intorno allo Zarapotamo come quelle della collina prospiciente l'attuale quartiere S. Maria di CZ contribuirono alla fondazione della nuova città di Catanzaro.

In età bizantina diede i natali a Cassiodoro (487-583), uno dei più grandi autori della tarda romanità a cui si deve una messe di opere di carattere teologico ed enciclopedico. Il declino cominciò con la guerra greco-gotica del VI secolo e le incursioni dei Saraceni dal 902 d.C., concludendosi con l'abbandono della città nell'VIII secolo. Gli abitanti, ripetendo una pratica comune in quell'epoca sul suolo italico, trasferirono il loro insediamento sulle alture circostanti, fondando altri insediamenti tra i quali quello sulla collina prospiciente l'attuale quartiere Santa Maria di Catanzaro. Successivamente questi centri provvisori furono riorganizzati in posizioni più difendibili e le popolazioni insediate intorno allo Zarapotamo come quelle della collina prospiciente l'attuale quartiere S. Maria di CZ contribuirono alla fondazione della nuova città di Catanzaro.

In questo luogo Ruggero d’Altavilla vorrà la costruzione di una basilica dedicata a Santa Maria della Roccella, ultima costruzione monumentale nel territorio in età antica.
La triplice abside, decorata esternamente da nicchie nella parte mediana e superiore, che ritornano nelle pareti laterali delle navate, ha fatto erroneamente datare la costruzione ad età bizantina. Ad una più attenta analisi della pianta si è rilevata, però, una serie di soluzioni architettoniche spaziali appartenenti allo stile occidentale Romanico e pertanto è stata chiarita la sua cronologia di costruzione che appartiene alla fase storica di dominazione normanna, tra il XII ed il XIII secolo d.C.

TORNA SU